Autismo, la tecnologia favorisce l’inclusione

L’associazione ated-ICT Ticino vuole usare la realtà virtuale per aiutare i bambini con disturbi dello spettro autistico ad affrontare serenamente la quotidianità

In un mondo dove le dipendenze tecnologiche stanno prendendo il sopravvento, causando vere e proprie patologie o stati di astinenza, ci sono sviluppatori, medici e studiosi che sostengono le terapie alternative legate alla realtà virtuale. Un esempio ci viene dall’Associazione ated-ICT Ticino che vuole introdurre nel cantone strumenti informatici, visori di realtà virtuale e programmi che possano “insegnare” a chi soffre di disturbi dello spettro autistico come interagire con gli altri.

“Quando si parla di autismo si pensa a qualcosa di molto lontano, qualcosa che non potrebbe mai capitarci nella vita. In realtà questa situazione può toccare chiunque. I bambini affetti da autismo non sono dei bambini diversi. Sono dei bambini che hanno un modo di comunicare che è differente. Spetta a noi trovare il canale comunicativo per entrare in contatto con loro”. A raccontarlo è Luca Mauriello che un anno fa ha deciso di usare la sua esperienza di vita per aiutare gli altri e chi come lui ha un figlio autistico.

E così partendo dalla sua esperienza personale e appoggiandosi all’Associazione ated-ICT Ticino, di cui è vicepresidente, riesce a realizzare un sogno: quello di creare realtà virtuali capaci di “preparare” i bambini autistici alla quotidianità. Un progetto – che per la sua sensibilità – ha subito trovato importanti sostenitori.

“Molti progetti tecnologici di questo tipo possono diventare degli ottimi mediatori di fiducia tra i bambini e ragazzi affetti da una sindrome autistica e gli adulti e il contesto sociale. Questo è uno dei classici casi in cui la tecnologia – se ben progettata e somministrata da professionisti formati – può dare un grandissimo impulso a un cambiamento positivo”, afferma Luca Bernardelli, psicologo e scrittore.

Concretamente il progetto ated4special propone diverse scenette per favorire l’integrazione e l’apprendimento dei bambini autistici, situazioni reali come attraversare una strada, andare dal dentista, oppure al supermercato, così da far sentire i più piccoli al sicuro, anche fuori casa.

Ma questa è solo una parte dei progetti in atto, i quali verranno presentati alla SUPSI di Lugano il 2 aprile, in occasione della giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo.