Gli studenti si trovano costantemente di fronte a situazioni impegnative, che richiedono la raccolta e l’analisi critica di informazioni, la pianificazione dello studio per esami o test, e l’elaborazione di soluzioni, sia semplici che complesse. In questi contesti, le funzioni esecutive assumono un ruolo cruciale.
Le funzioni esecutive, essendo componenti avanzate delle funzioni cognitive, possono essere descritte come processi cognitivi destinati alla pianificazione e organizzazione dei comportamenti e delle emozioni di un individuo, in risposta a contesti nuovi e sfidanti, che richiedono l’attivazione di strategie adattive (Owen, 1997). Queste funzioni sono fondamentali ogni volta che l’individuo è impegnato in azioni mirate: esse facilitano il riconoscimento e la conservazione in memoria degli stimoli pertinenti, la formulazione di un piano d’azione adeguato, la scelta di comportamenti risolutivi e, infine, il monitoraggio dei risultati (feedback) per apportare, se necessario, modifiche alle decisioni future.
Le funzioni esecutive possono essere identificate come quelle competenze che costituiscono la base delle strategie di risoluzione dei problemi e, seguendo il modello teorico di Miyake et al. (2000), si articolano in tre componenti fondamentali:
ossia la capacità di escludere o sopprimere, durante l’esecuzione di un’attività, tutte quelle variabili che potrebbero fungere da elementi di distrazione, impedendo il raggiungimento dell’obiettivo prefissato. (Esempio: per prendere un buon voto, gli allievi decidono di fare i compiti di matematica prima di uscire a giocare a calcio.)
che consente di mantenere e gestire attivamente nella memoria di lavoro le informazioni nuove e pertinenti necessarie per lo svolgimento di un compito specifico. (Esempio: gli allievi tengono a mente i risultati intermedi mentre fanno un calcolo.)
ossia la competenza di adattare o riorientare le proprie azioni in risposta ai mutamenti dell’ambiente circostante, inclusi quelli derivanti dall’esecuzione stessa del compito in atto. (Esempio: dopo la pausa gli allievi tornano in classe e riprendono la materia che stavano già studiando.)
Sebbene i tre sotto-processi delle funzioni esecutive – memoria di lavoro, inibizione e flessibilità cognitiva – si concentrino su aspetti diversi, sono intrinsecamente interconnessi e formano un sistema unitario, rendendoli inseparabili l’uno dall’altro. Tuttavia, a seconda della natura del compito da affrontare, la loro rilevanza varia: in alcune circostanze, può essere richiesta una maggiore capacità di inibizione, mentre in altre, la memoria di lavoro può assumere una maggiore importanza (Walk & Evers, 2013).
Gran parte delle azioni quotidiane sono automatizzate, ossia vengono svolte senza un’elaborazione cosciente o una pianificazione attiva. Le funzioni esecutive si attivano principalmente quando si affrontano situazioni nuove e complesse, che non possono essere gestite attraverso azioni automatiche (Walk & Evers, 2013). Queste funzioni sono quindi cruciali per adattarsi e rispondere efficacemente a scenari inediti e sfidanti.
L’allenamento delle funzioni esecutive si fonda proprio su questa evidenza e prevede due metodi:
Allenamento cognitivo: attività computerizzate, aiuti per migliorare l’attenzione (ad es. immagine evocativa sul banco), fasi di risoluzione di un compito
Allenamento fisico-cognitivo: Compiti impegnativi dal punto di vista della coordinazione (es. calcolo mentale mentre si fanno affondi). L’allenamento fisico-cognitivo propone un nuovo approccio che i ricercatori hanno elaborato partendo dal presupposto che l’abbinamento tra allenamento cognitivo e allenamento fisico moltiplica gli effetti positivi (Stöglehner, 2012). Il movimento è quindi un elemento centrale degli esercizi proposti.
Oweb, a.M. (1997) The Functional Organization of Working Memory Processes Within Human Lateral Frontal Cortex: ThContribution of Functional Neuroimaging
Miyake, A., Friedman, N.P., Emerson, M.J., Witzki, A.H., Howerter, A., & Wager, T.D. (2000). The unity and diversity of executive functions and their contributions to complex “frontal lobe” tasks: a latent variable analysis. Cogn. Psychol. 41, 49–100.
Walk, L., & Evers, W. (2013). Förderung exekutiver Funktionen: Wissenschaft, Praxis, Förderspiele. Bad Rodach: Wehrfritz GmbH.
Stöglehner, W. (2012). Förderung exekutiver Funktionen durch Bewegung: Eine Lehrer / innen – Handreichung für die Schule. Abgerufen am 3. Februar 2020
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